Il Responsabile dell’Attività Agonistica Fausto Apostoli racconta la sua passione per il calcio, il lavoro quotidiano sul campo e il rapporto con i tanti ragazzi tesserati per il Rezzato.

Ciao Fausto. Raccontaci qualcosa di te, di cosa ti occupi, cosa ti piace fare nel tempo libero e quali sono le tue passioni oltre al calcio.
Prima di andare in pensione nel marzo del 2021 lavoravo per la ditta AVE, un’azienda che produce materiale elettrico. Nello specifico mi occupavo di allestimento fiere e prodotti. Oltre al calcio mi piace molto cucinare e ascoltare musica anni ’70.

Da quanto tempo sei a Rezzato?
La prima mia parentesi a Rezzato è iniziata nel 1995 come allenatore ed è durata quattro anni. Sono tornato nel 2011 fino al 2013 perché il Presidente di allora Maurizio Casali mi chiese di dare una mano come Responsabile dell’area tecnica. Infine la terza parentesi che è iniziata la scorsa stagione nel 2021 da quando ricopro l’incarico di Responsabile dell’Attività Agonistica.

Quando hai iniziato a lavorare nel settore giovanile?
Ho iniziato a occuparmi di settore giovanile come allenatore nell’Oratorio di Virle stagione 1989/90 fino alla stagione 1994/95. Sono poi passato al Rezzato prima come allenatore della categoria esordienti, poi come allenatore della categoria giovanissimi. Nel mio percorso da allenatore nel settore giovanile ho allenato anche le categorie esordienti, giovanissimi e allievi della Rigamonti, e le categorie allievi e juniores del Ciliverghe. Del Ciliverghe sono anche stato responsabile del settore giovanile prima proseguire il mio percorso in altre società come il Serle e il Nuvolera Montichiari fino ad approdare nuovamente al Rezzato.

E perché hai scelto di lavorare nel settore giovanile?
Nel corso degli anni ho ricevuto proposte per allenare le prime squadre, ma ho sempre scelto il settore giovanile perché ai ragazzi puoi insegnare molto e aiutarli a crescere. Ai giovani puoi trasmettere l’insegnamento del calcio vero e proprio, ma soprattutto i ragazzi ti danno soddisfazioni che i grandi non riescono a darti.

Cosa cerchi di insegnare ai tanti ragazzi che vedi ogni giorno?
Oltre al gioco del calcio, ai ragazzi cerco di insegnare l’educazione verso gli altri e la voglia di divertirsi. Ogni giovane che viene al campo deve arrivare sempre con il sorriso, uscire soddisfatto e trovare un ambiente sereno e tranquillo dove possa esprimersi al meglio.

Come sono cambiati i ragazzi nel corso degli e della tua attività?
Negli anni i ragazzi sono cambiati moltissimo. Una volta esisteva solo il calcio e c’erano meno distrazioni. Ora è diverso perciò ogni giorno proviamo a insegnare il piacere di condividere dei momenti di socialità in gruppo; sono concetti apparentemente scontati, ma non è così.

Cosa significa per te Rezzato?
Rezzato per me significa tornare alle mie origini anche se qui non ho mai giocato. Lavorare qui per me è molto importante perché mi sento a casa, con i giovani e per la squadra del mio paese.

Come ti rapporti con gli allenatori e quanto sono importanti?
Con gli allenatori mi piace sempre avere un confronto e un dialogo. Agli allenatori dico che devono lavorare per far crescere il settore giovanile, un lavoro importantissimo e fondamentale. Gli allenatori a Rezzato sono molto validi e capaci, ma soprattutto sanno rapportarsi con i ragazzi, capiscono sia le esigenze della Società sia quelle dei ragazzi per farli esprimere e crescere al meglio. Le direttive della Società sono sempre improntate alla crescita dei giovani e con l’attuale gruppo di allenatori mi trovo davvero bene perché c’è molta sintonia.

Da quali sportivi (anche dirigenti) cerchi di trarre ispirazione?
Non c’è uno sportivo un dirigente in particolare. Mi piace sempre ascoltare e imparare un da tutte le persone che hanno dei principi sani e insegnano calcio. Mi piace prendere ispirazione da queste persone per migliorare e lavorare in maniera sempre più professionale. Penso che questo sia il minimo che dobbiamo fare per il bene dei ragazzi.

Da qui a fine stagione, quale obiettivo di piacerebbe raggiungere?
Vincere in tutte le categorie sarebbe bellissimo ma sappiamo che è difficilissimo. Personalmente sarei contentissimo e felicissimo se le nostre prime tre squadre a livello provinciale riuscissero a raggiungere l’obiettivo della vittoria del campionato perché significherebbe conquistare la categoria regionale. Abbiamo dei giovani di prospettiva, dei gruppi ottimi allenati da staff molto competenti. Abbiamo molta fiducia in ognuno di loro e speriamo di portare alcune annate nei regionali. Sarebbe gratificante per il movimento calcistico del Rezzato, ma soprattutto per la crescita dei ragazzi.